27 febbraio 2014: Antonio Vincenzo Greco presenta "Il Grand Tour in Terra Jonica: ieri, oggi e... domani?"

COMUNE DI STATTE

Biblioteca Civica

 

La Biblioteca Comunale di Statte è lieta di invitarvi all'evento


Il Grand Tour in Terra Jonica: ieri, oggi e... domani

 

Antonio Vincenzo Greco

 

presenta il documentario

Madre Murgia

Reportage di viaggio del VII Grand Tour della Terra delle Gravine (25-28 aprile 2013)

 

 e la mostra fotografico-documentaria

La stagione del Grand Tour nella terra delle gravine 

 

 

Giovedì 27 FEBBRAIO 2014 ore 18.00

presso la Biblioteca Civica di Statte

  

  


SIETE TUTTI INVITATI A PARTECIPARE

 

 

 

 

 

 

Il Grand Tour in terra jonica: ieri, oggi e ... domani? 

 

di Antonio Vincenzo Greco

 

Grand Tour era il nome conferito al tema degli avventurosi viaggi che la giovane intellighenzia europea intraprendeva, fra Sette e Ottocento, nei paesi mediterranei (e del Mezzogiorno d'Italia, in particolare) attratta ora dai risorgenti echi delle antichità classiche, ora dal desiderio di misurarsi personalmente con un'esperienza come il viaggio.

Ricco di incognite e di pericoli, il viaggio proiettava con entusiasmo i frequentatori dei salotti mitteleuropei in quella che avvertivano come la matrice primigenia della cultura europea, la cultura classica greco-latina; la realtà incontrata nel corso dell'esperienza li rendeva tuttavia consapevoli di un’attualità  che per molti versi si mostrava ancora primitiva, ma della quale si sentivano tuttavia parimenti attratti: erano quelli gli anni di Rousseau e Montesquieu, cioè della nascente scienza dell'antropologia. L’esito di questo viaggio formativo ed informativo al tempo stesso era il racconto del medesimo, onde la ricca letteratura sull’argomento del Grand Tour.

Il Grand Tour nella Terra delle Gravine è un'iniziativa dell'associazione culturale Terra delle Gravine giunta ormai alla vigilia della sua ottava edizione. Non è un’articolata escursione a tappe, è un viaggio lungo e faticoso (una media di 30 chilometri il giorno), che allontana i viaggiatori dal comfort domestico e li espone alle incerte proprie debolezze. E’ per coloro che desiderino immergersi nelle mille suggestioni del paesaggio, coglierne il senso dell'evoluzione, goderne della vista e dei profumi, che intendano ascoltare i mille rumori dei suoi silenzi, ma anche accogliere le cadenze del proprio pensiero, nei lunghi tratti percorsi in solitario. E', in definitiva, un viaggio come era una volta: strumento di conoscenza ma anche occasione di crescita personale.

Nel corso della serata sarà presentata la mostra fotografico-documentaria LA STAGIONE DEL GRAND TOUR NELLA TERRA DELLE GRAVINE che racconta in dieci pannelli (cartografia, i luoghi, i personaggi, quel che sopravvive e quel che è andato nel frattempo distrutto, l'iconografia, le strade) i vari aspetti di questa esaltante stagione culturale, per finire con la riproposizione da parte dell'associazione Terra delle Gravine. La mostra sarà visitabile anche nei sette giorni successivi alla serata.

La serata stessa invece vedrà la proiezione di MADRE MURGIA, reportage di viaggio del VII Grand Tour della Terra delle Gravina (25-28 aprile 2013).

MADRE MURGIA è un documentario che in un’ora di immagini, musica e impressioni racconta dei 120 Km percorsi lungo strade, sentieri, boschi e tratturi della  Murgia più interna, a cavallo fra tre province (Taranto, Bari e Matera) e due regioni (Puglia e Basilicata).

La settima edizione del Grand Tour è stata dedicata all'Alta Murgia, l'ossatura portante della regione geografica pugliese essendone da un lato la parte più antica (come attestano le orme dei dinosauri rinvenute presso Altamura), ma anche la più immutata, com’è il sentimento d'amore d'una madre, onde la denominazione di MADRE MURGIA. Ed in effetti essa rappresenta una sorta di relitto fossile della Civiltà pre-industriale proprio grazie alla impossibilità di essere omologata alle dominanti teorie economiche che hanno invece radicalmente trasformato gran parte del resto del territorio pugliese, distruggendo o decontestualizzando il contenuto di storia e di cultura in esso sedimentatisi nell'arco di secoli se non di millenni.

La nostra Madre Murgia si snoda lungo il confine fra le province di Taranto e di Bari e le regioni Puglia e Basilicata, in parte della quale, l’Alto Materano al di qua del fiume Bradano, fa ancora a pieno titolo parte della regione geografica, geologica e storico-economica pugliese. E' una sterminata semisteppa, decalvata del suo primigenio manto boschivo già in antichità, proprio per alimentare la sua lunga storia, complici la sua intrinseca natura calcarea e l’avara meteorologia. E' la plurimillenaria Murgia del latifondo pastorale, dominata da signori-pastori che sin dall’alba della Storia celebravano la loro grandezza elevando lungo le principali vie di traffico le loro monumentali sepolture, fra le quali i dolmen di Murgia San Benedetto e del Porto.

E’ la Murgia percorsa dall’eterno rituale della transumanza irreggimentata già dai Romani; è la Murgia delle masserie e degli jazzi, quelli ricavati da semplici trulli o grotte racchiusi in minuscoli recinti di pietre a secco e quelli monumentali; è la Murgia dei tratturi, delle le lunghe vie erbose che tagliavano diritto nell’affrontare i salti di quota, ovvero li impegnavano con interminabili tortuosità, tracciati sui quali le moderne strade non sono state in grado di  imporre la propria impronta; è la Murgia delle distese di pietra a perdita d’occhio, una pietra viva affiorante che viene lentamente disciolta dalla pioggia violenta o sbriciolata dall’alternarsi repentino del maligno gelo invernale e del soffocante caldo estivo; è la Murgia di quell’esplosivo rigoglio vegetale che segna la sua breve primavera,  che fa gridare alla meraviglia, che viene sovrastata dallo stridio ininterrotto ed a tratti assordante del falco grillaio; è la Murgia resistente, quella che s’è strenuamente opposta (Altamura, la leonessa di Puglia!) alle bande dell’armata della Santa Fede, che ha manifestato col brigantaggio il disagio di una difficile transizione, che ha frustrato i tentativi di colonizzazione susseguenti alla defeudalizzazione.

E’ una terra di vive percezioni, sensazioni e sentimenti, quella percorsa dalla settima edizione del Grand Tour della Terra delle Gravine.

Durata del documentario: 60 min.

Riprese, montaggio, musiche, testi: Antonio Greco 

Voce narrante: Amelia Quaranta