PARTONO IL 1 MARZO LE MANIFESTAZIONI DEL 150???

Con Parole in Penombra si inaugura l’attività di rete per il 150° dell’Unità d’Italia.

La manifestazione è un appuntamento a cui partecipano attivamente i lettori e gli utenti della biblioteca civica , ossia una maratona di letture scelte a tema che va avanti fino a sera inoltrata.

Questa edizione speciale del primo marzo è curata dalle operatrici culturali Giulia Fonzone e Lucia Pulpo. Il tema : l’attualità delle parole risorgimentali.

Si avvale della collaborazione del gruppo Folk “U’ Ndartiene “ della Pro Loco che anima la serata con canti risorgimentali. Due attori uno nei panni di Mazzini, una Garibaldina. Contemporaneamente saranno proiettati quadri e immagini risorgimentali. Sarà consegnato ad un bambino il Tricolore e sarà letto primo articolo della costituzione italiana. I "novelli"carbonari leggeranno brani tratti da LE ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS; LE CONFESSIONI DI UN ITALIANO; ETTORE FIERAMOSCA;

LE MIE PRIGIONI; LA SPIGOLATRICE DI SAPRI; L'ULTIMA ORA DI VENEZIA; LA FUGGITIVA.

 L'Italia Chiamo' il titolo dell'iniziativa e al forte richiamo non potevano mancare le scuole, infatti partecipano a questo ricordo letterario del Risorgimento gli Alunni delle  quinte classi ( Sezioni A, C e D) della scuola "Giovanni XXIII", e gli alunni delle terze (D- E) della scuola media "Leonardo da Vinci"

L’Attività di rete proseguirà fino al prossimo dodici marzo e coinvolge enti e associazioni del territorio ionico uniti nel titolo “Scusi Per l’Italia?” Dal primo al dodici marzo perché l’Unità repubblicana viene festeggiata proprio ricordando i principi fondamentali della Costituzione. Dodici giornate di eventi sia a Taranto che in provincia. Statte è il Comune capofila che ha coordinato la serie di manifestazione e che ha raccordato le numerose attività.

Gli eventi sono elencati nel programma già visibile sul sito del Comune di Statte , nel box creato per il 150° .

Tornando alla serata di apertura, per anticipare un po’ il tema riportiamo il testo della Lettera Ritrovata

Dopo anni dalla morte del nonno, ho trovato il tempo e il coraggio d'aprire la scatola da scarpe che egli custodiva nella comodina, vicino al suo letto.

In tutti quesiti anni, ho avuto quasi timore di guardare dentro quello scrigno; sapevo che, dentro, avrei trovato parole e magari qualche fotografia ... avrei ricordato quanto bene io abbia sempre voluto al nonno e quanto mi manchino le sue opinioni, i suoi gesti, la sicurezza e la fermezza dei suoi principi e delle sue esortazioni.

Il dolore, col tempo, si attenua d'intensità fino a trasformarsi in esperienza necessaria alla vita per rinvigorire la propria energia reagente all'offesa della morte.

Tra i fogli ingialliti e lisi dall'usura del tempo, vi era uno scritto con caratteri tondeggianti e visibili appena, come sbiaditi fantasmi che aleggiano a controra su pergamene proibite. Questo attirò la mia curiosità e, spero, anche la vostra. C'era scritto:

1 Marzo

Caro Lorenzo,

fratello delle ore più felici e spensierate, non posso più tacere. È giunta l'ora di reclamare vendetta contro chi, con la forza, ruba e calpesta la nostra sovranità. Noi non siamo bestie da soma nate senza speranza e vili d'animo. Quaggiù passano e spassano carri stranieri usurpando i nostri beni, i figli e l'avvenire. Ci depredano dei viveri, oltraggiano le nostre donne e portano via anche i sassi dei selciati delle nostre Chiese, sicuri di non dover pagare il conto.

Novelli Spartaco dobbiamo ricordare e dimostrare che abbiamo pensieri e sentimenti e ardore per non accettare compromessi che gettino ombre sulla nostra felicità.

L'oscurità della notte avvolge tutto il creato fin quando il Sole non si leva, segue un guerreggiar freddo e silenzioso, pian pianino la luce del giorno s'infiltra e si distende fra le linee nemiche fino al trionfo, ineluttabile, del bene sul male.

Or dunque,amico mio illustrissimo, non biasimarmi se lascerò Teresa e il nostro figliolo, devo partire coi cacciatori delle Alpi e raggiungere il generale Garibaldi. Non potrei più guardare mio figlio negli occhi senza vergognarmi per aver mancato di rispetto al nostro popolo e non aver pugnato per riconquistare, per noi e per la nostra patria, la libertà.

La mia passione è condivisa da Teresa, ella mi ha cucito la camicia rossa e mia madre ha messo nel sacco la bandiera tricolore . Le ho promesso di portarla fino a Roma, dove sono seppelliti i nostri avi, la guarderò sventolare al soffio del polentino mentre il tramonto accarezzerà le ferite dei nostri fratelli per ripagare, in parte, il sangue che sarà versato sulla strada. Il nostro sacrificio sarà un tributo d'amore ai nostri ideali. Come scriveva il sommo poeta e padre Dante:

” fatti non foste a viver come bruti”

e proprio la sua progenie tradisce il suo insegnamento.

Nacqui veneziano ma, morirò italiano col Sole sul viso e la felicità nel cuore.. Addio, ci rivedremo su campi fioriti cantando una serenata alla Luna come quando, da giovinetti, le chiedevamo appuntamento ed ella pallida si copriva di nuvole e stelle per non mostrarsi lusingata e non incoraggiare il nostro sguardo a seguirla fin dietro l'alba.

Siamo cresciuti ormai, non ci bastano più promesse e speranze, il dì è giunto, W l'Italia unita ed indipendente, W la libertà.

Jacopo O.