PROBLEMI SULL'AREA CHE L'ILVA DEVE CEDERE A STATTE COSI' COME SANCITO NELL'ATTO DI INTESA

Comune, Arpa e Regione  concordano sulla necessità dell’intervento del Ministero per l’Ambiente  sulla  cessione da parte dell’Ilva al Comune di Statte,  dell’area che nell’ambito dell’Atto di Intesa doveva essere destinata a parco (Parco peri urbano Leucaspide Est).
L’area  in oggetto, 28 ettari di territorio,  dopo le analisi dell’Arpa , risulta essere caratterizzata da concentrazioni di Berillio  superiori alla soglia di rischio  prevista per i siti da utilizzare a verde pubblico, privato o residenziale.
L’assessore all’ambiente del Comune di Statte, Vincenzo Chiarelli, con una nota del 13 novembre comunicava  all’Arpa Puglia, alla Provincia di Taranto, al Gruppo Riva , al Ministero dell’Ambiente e al Commissario delegato per l’emergenza ambientale tali riscontri  e nello stesso chiedeva quanto la situazione avesse potuto inficiare i progetti del Comune di Statte contemplati dall’Atto di Intesa che prevede in quell’area la realizzazione di un parco. 
 “ Sia  l’onorevole Vendola – riferisce l’assessore Chairelli – sia il prof. Assennato, direttore generale dell’Arpa confermano e riconoscono le nostre perplessità e le nostre preoccupazioni  su quella cessione, su quei 28 ettari in cui sono state riscontrate concentrazioni di Berillio al di sopra della norma. Sono intervenuti tempestivamente, dopo la nostra istanza,   per ricercare insieme  la  possibile risoluzione al problema. Il commissario delegato ha risposto con una nota del 27 novembre  evidenziando la presa d’atto  che i valori di Berillio siano superiori a quelli imposti dal D.M 471/1999  per la destinazione  a verde. Pertanto, considerato che le aree limitrofe al depuratore Leucaspide di proprietà dell’Ilva, da cedere al Comune di Statte,  ricadono all’interno della perimetrazione del sito  ad alto rischio ambientale, per il presidente Vendola, la faccenda  deve essere portata all’attenzione del Ministero dell’Ambiente e discussa in conferenza dei servizi. Subito dopo – continua Chiarelli – il  prof. Assennato, il 29  novembre  ha risposto che in base alla vigente normativa, vista la  destinazione d’uso prevista dal Comune di Statte, al sito in questione devono essere applicate le procedure di analisi di rischio per verificare se in tale sito risulti  il superamento delle concentrazioni di soglia di rischio ( CSR).
Se l’esito fosse negativo  si dovrà definire il piano di monitoraggio, se l’esito risultasse positivo  – evidenzia il prof Assennato -  si dovrà realizzare il piano di bonifica o di messa in sicurezza operativa o permanente del sito, come previsto dal DL del 3 aprile 2006 ( bonifica dei siti inquinati) Il prof. Assennato concorda inoltre con il Commissario Vendola e con il Comune di Statte sulla necessità  di interessare il Ministero dell’Ambiente e di discutere  dei provvedimenti da prendere  in sede di conferenza dei servizi  per quanto riguarda le aree che rientrano nei siti inquinati di rilevanza nazionale.”
“ Le risposte repentine dell’on Vendola e del prof. Assennato sono importanti segnali di attenzione nei confronti delle complesse problematiche ambientali del nostro territorio – conclude  Chairelli –  ma a questa grande attenzione della Regione e dell’Arpa, non corrisponde la stessa considerazione da parte dei responsabili locali dell’azienda Ilva, che   a seguito della firma dell’Atto di Intesa, hanno completamento dimenticato il Comune di Statte. Continuerò a confrontarmi con il presidente Vendola e gli chiederò di intervenire al più presto affinché l’Ilva rispetti i patti  e sia ricordato l’accordo tra le parti siglato con l’Atto di Intesa”.