La Gravina di Leucaspide
Le gravine sono delle profonde incisioni carsiche con andamento prevalente nord-sud, caratteristiche dei nostri territori.
Si sviluppano in un massiccio carbonatico, cioè costituito da calcare e carcarenite, roccia che localmente viene chiamata “tufo”.
Il tufo, proprio per la sua scarsa durezza, viene lentamente eroso, alterato dall’acqua e dagli agenti atmosferici, creando questi canali ricchi di cavità. Si presta quindi ad essere lavorato facilmente e l’uomo ha colto questo vantaggio da sempre. Prima lavorando direttamente le pareti di roccia per ricavarne caverne e anfratti utili al proprio insediamento. Sono facilmente riconoscibili gli insediamenti rupestri del Triglio. In seguito per ricavarne blocchi e costruire in zone più elevate, lasciandone però un vistoso segno nel territorio, come può essere la cava De Sinno, da pochi anni recuperata e valorizzata dall’ amministrazione comunale.
Molte sono le gravine presenti nel territorio di Statte, alcune di dimensioni minori, ma non per questo meno importanti.
La gravina di Leucaspide Toponimo: LeukoV = bianco splendente; aspiV = scudo (greco)
Si trova a ovest del centro abitato e in realtà nasce dalla confluenza di altre due minori, ma anch'esse notevoli: l'Amastuola e Triglie. Prende i nomi di Accetta nella parte superiore, Leucaspide nel corso medio e Gennarini nell'ultimo tratto.
La litologia è caratterizzata da rocce sedimentate di origine marina, depositatesi in ambienti e tempi diversi.
La gravina è caratterizzata da una fitta e rigogliosa vegetazione. Tra le specie arboree più interessanti si ritrovano il pino d'aleppo, il leccio, il fragno, l'ulivo, il carrubo; tra le specie arbustive si riscontrano il lentisco ( noto come mucchio o stinge), la fillirea, il mirto, l'acanto, il ginepro, il corbezzolo. La flora è caratterizzata dalla presenza di piante e specie tipiche dell'habitat di gravina: le orchidee selvatiche, le piante officinali e aromatiche, l'alloro, il rosmarino, il timo, il cappero. Tra le venti specie di orchidea bisogna ricordare le ofridi: apifera, pugliese e la Spiranthes spiralis.